Ci deve essere qualcosa che non va, ma io ancora non l'ho scoperto.
Per me, abituata a navigare lungo il Tevere col battello (ecco, quella si che è una cosa che mi manca, della mia vita precedente...) e a mostrare alle persone cumuli e cumuli di immondizia, che si riversano nel fiume dall'argine come un colorato rampicante, e a parlare del degrado delle sponde e di quanto questo sia nocivo per l'ecosistema e per noi stessi.... per me, dicevo, trovare una zona umida, qui in Danimarca, e scoprire che è quasi intatta.... è fonte di incredulità.
Dai, ragazzi, tirate fuori la magagna, ditemelo! Dov'è lo scarico abusivo, lo sversamento di olii o di altre zozzerie? Dov'è la rete per la pesca abusiva, magari di un pesce esotico illegamente introdotto in questo specchio d'acqua? Dov'è il campo coltivato, come quello che si può ammirare all'altezza dell'ansa del Tevere, proprio sotto il viadotto della Magliana (così le polveri sottili ci si depositano meglio, e gli ortaggi hanno più gusto e sono resistenti a tutto, altro che batterio killer!)?
E' vero che, formalmente, quest'acqua appartiene ancora al mare, perchè qui siamo in un posto chiamato Rands Fjord (e quindi, in quanto fiordo, è collegato al mare, anche se da un emissario piiiiiccolo piiiiiiccolo piiiiicolo), ma dalle mie parti non si farebbero scrupoli a "sperimentare" con quanta velocità si può saturare di schifezze e trasformare il colore dell'acqua da blu a marrone. Soprattutto considerato che questo angolo di paradiso non è protetto da cancelli elettrificati, cani ringhiosi, telecamere con carabina incorporata e guardiani ex ergastolani. Qui ci si arriva con cinque minuti di cammino, lungo una strada larga e comoda, dopo aver superato un gentile cartello che chiede solo di tenere al guinzaglio i cani.
Dai, non ditemi che l'unica traccia umana è quella panchina galleggiante per pescatori stanchi!