sabato 26 dicembre 2009

bassotto all'ultima moda


Non ci crederete.

Anche perchè purtroppo non ho potuto fare la foto, non avevo la macchinetta fotografica con me.

Immaginate la scena: ha nevicato tutto il giorno, e la neve si è andata ad aggiungere ai cumuli già presenti lungo i marciapiedi. Un uomo e una donna camminano tranquillamente (superfluo dire che è buio: qui è quasi sempre buio, anche quando dovrebbe essere giorno..... comunque, in questo caso sono circa le nove di sera) e, poco davanti a loro, in basso, c'è una lucetta rossa intermittente, esattamente uguale a quella che usano i ciclisti da queste parti.

Di che si tratta??? Del loro bassotto, al guinzaglio: il suo collare ha questa "simpatica" lucina rossa...... "all'ultima moda", dicono qui... "per non perderlo in mezzo alla neve", dico io!

mercoledì 16 dicembre 2009

che ne è del riscaldamento globale?

Sembra fatto apposta. Sul serio.

Quando, finalmente, sembra che tutti si siano convinti dell'esistenza dei cambiamenti climatici, del fatto che il pianeta si sta scaldando, della necessità di correre ai ripari per evitare, ad esempio, lo scioglimento dei ghiacci..... ecco che la temperatura cala drasticamente e arriva la neve.

Lo scorso anno da queste parti aveva nevicato solo pochi giorni, e solo verso febbraio.

Stavolta, ha iniziato all'alba (anzi, no... non è un'indicazione esatta, perchè in questo periodo albeggia verso le otto e mezza di mattina..... mentre già nevicava alle sette, oggi) e non sembra avere nessuna intenzione di smettere.

A dire il vero... mi sono trovata anche io a pensare che "qualche grado in più non farebbe male", guardando la colonnina di mercurio fissa sulle cifre negative.

A dispetto dell'espressione felice di quell'omino di neve.


martedì 15 dicembre 2009

ponte su ponte



Chi, in Italia, è favorevole alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina, spesso cita questo, di ponte: lo "StoreBæltbro", il ponte sul Grande Bælt.

La Danimarca, infatti, come la Gallia di Cesare, era divisa in tre parti: la penisola dello Jutland, l'isola della Fiona, centrale, e l'isola della Zealandia, quella sulla quale si trova la capitale. Alla fine dello scorso secolo (che impressione parlare del Novecento come del "secolo scorso"!!!) sono stati realizzati imponenti strutture che hanno unito il tutto.


Il più impressionante è, senza dubbio, quello che lega l'isola centrale a quella che ospita Copenhagen, realizzato nel 1998: i diciannove chilometri tra le città di Korsør e di Nyborg, passando per la piccola isola di Sprogø, ora si percorrono ad altezze variabili (anche sott'acqua, se si è in treno, perchè la ferrovia attraversa anche un tunnel), pagando un pedaggio di circa trenta euro per automobile.


Si legge in un sito tecnico che la campata principale di 1624 m lo rende il più lungo ponte sospeso "con impalcato ortotropo di tipo cassonato", e che i piloni sono stati collocati in modo da non fermare il flusso delle acque dello stretto.


Come ambientalista, rabbrividisco di fronte a quest'opera così impattante.
Un solo esempio: per realizzarla, hanno "ampliato" l'isoletta di Sprogø dai 38 ettari originali a "soli" 154... e dire che si tratta di un'area protetta...

Su quell'isola ci sono tracce che testimoniano la presenza dell'uomo già ottomila anni fa, e l'edificio più importante è la fortezza fatta costruire nel 12 secolo da Valdemar il Grande, anche se non si vede dal ponte (a proposito.... se volete avere una bella idea di quest'isola dall'alto, e del ponte nel suo complesso, vi consiglio questo sito: http://wikimapia.org/#lat=55.3353936&lon=10.9684753&z=12&l=0&m=s&v=9 )


Come "utente" del ponte..... devo confessare che mi si spalanca la bocca per la meraviglia, è un'opera davvero imponente ed impressionante...


Certo, qui non si può non pensare a quello che hanno in mente di costruire in Italia. Dovrebbe essere simile... ma con un piccolo "optional" in più: il movimento. Qui non sanno cosa sia un terremoto, perchè questa è una delle zone geologicamente più stabili del globo, mentre in Italia siamo anche in grado di offrire una "scossa" in più.... vi pare poco?


domenica 13 dicembre 2009

Julemand race



Un altro modo per divertirsi in attesa del Natale: la maratona. Cinque km intorno alla via centrale della città.... ma solo, rigorosamente, in costume da Babbo Natale!!!
Gli organizzatori, previdenti, avevano sistemato dei cannoni per sparare neve finta sui corridori... ma il tempo ha voluto partecipare: pochissimi minuti prima del via è caduta la prima neve vera!!!! Non abbastanza per attecchire, ma è stata comunque una bella emozione, salutata da tutti i maratoneti con un classico "oh, oh, oh!!!!!"

venerdì 11 dicembre 2009

e mo'?



Ebbene si, da queste parti si trova anche questo....
Un incrocio così metterebbe in crisi anche il guidatore più esperto ed il navigatore più aggiornato.....
Ditemi: non sembra anche a voi che dica "và 'ndò te pare... basta che te ne vai?"

un pranzo luculliano




Immaginate di essere già di buonumore, perchè siete andati a visitare una cittadina molto carina come Assens e perchè il sole sta facendo timidamente capolino dalle nuvole - evento decisamente raro, da queste parti, perlomeno in questo periodo.


Attraversate un portone antico, e vi trovate in un cortile interno di un palazzo, al centro del quale si trova un noce molto, molto antico, mentre le vecchie scuderie sono ora vetrine colorate, addobbate a festa ed abbellite da grandi fioriere di lavanda.


Quella che, quando questa costruzione era del facoltoso mercante che l'aveva fatta costruire, doveva essere un'osteria, ora è un localino "hyg-lige", piccolo ma grazioso.


Immaginate di entrare, già pronti ad uno spuntino "alla cieca", preparati ad accettare di tutto. E immaginate, invece, che un sorridente proprietario vi porti due piatti (tra l'altro decisamente grandi!!!!) che sono già una gioia per la vista... e che mantengono le promesse nel gusto.


L'escursione si trasforma in una vera gita, ed il pranzo diventa una dolce esperienza, una coccola per il palato e per l'animo, che si riscalda non solamente perchè il tavolo è accanto al termosifone, ma perchè i dettagli sono curati, il sorriso con cui vengono serviti è amichevole e gentile, l'atmosfera è accogliente.


State pensando che questo assomiglia più ad uno spot che ad un post? Forse avete ragione. Lo consiglierei davvero, anzi.... vi confesso che sto programmando di tornarci, perchè mi sono accorta troppo tardi che c'era una ricchissima selezione di tè... che voglio provare!

Assens, la città salvata dal fuoco






Fate un salto indietro nel tempo, di tre o quattrocento anni. Immaginate la Danimarca come una nazione molto attiva, dal punto di vista dei commerci, con lo svantaggio di essere composta da tante isole. Naturalmente, gli "stretti" erano luoghi frequentatissimi: qui i mercanti si riunivano (e costruivano i propri palazzi), e qui i viaggiatori attendevano l'arrivo del traghetto.


Perfino il re, quando doveva spostarsi verso lo Jutland, si fermava qui, e passeggiava lungo la "via occidentale", come si chiama la via principale, quella sulla quale sorgevano - e sorgono ancora - le dimore più grandi, dei ricchi mercanti.



Era facile costruire un villaggio: legno per le mura e paglia per i tetti, e le case venivano su.

Poi, però, c'erano gli incendi, frequenti e terribili, che devastavano e distruggevano.

Assens, città dell'isola di Fiona, per un capriccio del destino benigno, è sempre stata risparmiata. E dire che di fronte al porto c'era anche il forno pubblico, quello del quale si dovevano servire i marinai all'ancora nel porto (ovviamente era vietatissimo accendere fuochi a bordo, anche per cuocere!)


Naturalmente, ora le scuderie sono state trasformate in negozi, le osterie in piccoli, deliziosi localini, le enormi dimore in piccoli appartamenti privati ed i granai si riconoscono solo dalle tracce esterne, dalle carrucole e dagli accorgimenti per tenere le corde distanti dalle finestre ma, allo stesso tempo, pronte a depositare quanto trasportavano.



La vita è comunque andata avanti, in questa che a me sembra una cittadina ma che, paragonata agli altri insediamenti nazionali, è una vera città, con quasi undicimila abitanti, e accanto alle abitazioni di quattrocento anni fa sono sorte nuove forme d'arte, come questa fontana con il bambino ed il geco, e questa creazione che ricorda tanto la situazione economica italiana.... sarà per questo che in Danimarca, pur accettando l'appartenenza alla Comunità Europea, non ci pensano neanche a passare all'euro come moneta nazionale, ma restano saldamente attaccati alle proprie "corone"?








giovedì 10 dicembre 2009

Andersen avrebbe approvato?




Ma secondo voi, una persona che, pensando a cose da raccontare ai bambini, tira fuori quanto di più triste possa esistere, storie di soldatini di stagno che via via si smembrano, finendo nei canaletti di scolo delle strade, languendo per amori impossibili, di brutti anatroccoli che attraversano un'infanzia traumatica della quale, certamente, porteranno i segni anche da grandi, di sirenette disadattate e via narrando..... una persona così avrebbe apprezzato che si svolgesse un festoso mercato di Natale proprio a due passi da casa sua?
Secondo me, no.
L'atmosfera allegra gli avrebbe rovinato l'ispirazione.
Per buona pace di Andersen, invece, domenica passata il mercato c'è stato, ad Odense, è stato bellissimo.
Tutt'intorno alla città vecchia c'erano venditori "normali", di frutta, verdura, decorazioni natalizie, fiori e carabattole varie; dentro il palazzo principale, invece, c'era l' "historisk julemarked".
Cosa vendevano? A dirla tutta, non saprei. Si, d'accordo, ho visto le renne fatte con la paglia intrecciata, le mandorle tostate, le campanelline di vetro per adornare l'albero, ma..... non era proprio quella l'attrazione.
Lo spettacolo che faceva davvero restare a bocca aperta dalla meraviglia erano le persone.
Non solo quelli che rievocavano il passato, come i due giovani araldi del filmato o gli splendidi musicisti che avevano trovato riparo dentro il palazzo, per riprendersi un pochino dal freddo pungente, ma anche tutti i visitatori.
L'impressione che ho avuto è che questa fosse una "festa privata": una rievocazione ed un mercato certamente turistici, però non creati per gli stranieri, ma per i danesi stessi. Una festa aperta a tutti, accogliente, ma vera, genuina, non una rappresentazione ad uso e consumo di qualche "foto-dipendente" come me.


mercoledì 9 dicembre 2009

Jingle Xmas




Essere svegliati una domenica mattina da un'orchestrina di babbi natale che suonano musiche tradizionali natalizie... rivisitate in veste jazz: anche questa è la vita "hygge" danese.
I quattro "julemanden" (letteralmente... "uomo di natale", niente legami di parentela, please) si divertivano molto a suonare (anche piuttosto bene... giudicate voi stessi!), e tutte le persone in giro per shopping, non solo i bambini, apprezzavano davvero.
La cosa più bella? Che, contrariamente a quanto siamo in genere abituati a vedere, i quattro musicanti di Middelfart non chiedevano soldi, ne' pubblicizzavano qualcosa: ci ha già pensato il comune a retribuirli, perchè per creare l'atmosfera di Natale non bastano gli addobbi (tra l'altro decisamente sobri e di buon gusto) ma servono persone. Così si fa.

martedì 8 dicembre 2009

co' 'sta pioggia e co' 'sto vento...




... non si può certo pretendere di affacciarsi a 'sto convento!!!!

Però, non si può neanche resistere alla tentazione di dare, di tanto in tanto, una sbirciatina a ciò che accade giù in strada, tenuto anche conto che qui, le case, specialmente le più antiche, sono alte al massimo un piano più abbaino.

Gli ingegnosi danesi del passato hanno studiato un sistema davvero brillante (è proprio il caso di dirlo!) di specchi, da attaccare alla finestra, per guardare fuori senza dover necessariamente aprire il vetro.

Questi, ad esempio, sono ad Odense, nella zona vecchia, quella dove viveva quel mattacchione di Andersen.

Evidentemente, la creatività qui è di casa: guardate cosa ha usato uno "sbirciatore" più moderno al posto dei classici specchi!

sabato 21 novembre 2009

Mura cittadine


Le città, anticamente, avevano una cinta muraria a protezione. A Fredericia se ne vede ancora la traccia: basta seguire il fossato che circonda ancora la città vecchia.
Per entrare, spesso c'era un solo grande varco, protetto da un portone e da guardie armate, dalle quali bisognava farsi riconoscere... in tempo, prima di finire infilzati o "sparati".
Le nuove città, dalle nostre parti, hanno perso questo senso di compattezza, si sono sgranate, estendendosi fino ad inglobare altri siti, colonizzando ogni spazio possibile. In alcuni casi, ci si accorge di essere passati da una cittadina all'altra solo grazie ai cartelli stradali, posti tra le case, che segnalano l'ingresso in una o la fine dell'altra.
In Danimarca la dimensione abitativa è totalmente diversa. Basta guardare le cifre: in un territorio esteso 43.094 km2 vivono circa 5.500.000 persone (il che equivale a dire che, in media, se tutto il territorio fosse a disposizione per viverci, ognuno potrebbe avere intorno a sè 7800 metri quadrati di casa e giardino).
In Italia, su una superficie di 301.338 km2 vivono poco più di 60 milioni di persone. In teoria, ci sarebbero 5022 metri quadrati per ognuno. In teoria.
Nei fatti, noi viviamo in palazzoni altissimi, mentre qui possono permettersi di vivere in villette perlopiù monofamiliari, ad uno o due piani al massimo.
E sanno bene dove finisce una città: al posto del fossato c'è un dosso lungo la strada.... anzichè le mura ci sono i lampioni..... e il grande portone d'accesso è sostituito da una bella staccionata bianca.

Sorprendente onestà


Continuiamo a stupirci.
Ormai dovrei aver metabolizzato il fatto che qui in Danimarca sono tutti davvero onesti, e usarlo come base di partenza, assodata, per tutte le altre osservazioni.
Ma non è davvero possibile evitare di provare un fortissimo senso di ammirata meraviglia, quando si passa per le strade e si vedono le bancarelle estemporanee che si trovano davanti a case e fattorie.
Frutta, ortaggi, marmellate, ma anche decorazioni natalizie fatte con rami di abete, pigne e rametti secchi.... sono esposti su carretti, scaffali di legno, tavolini, lungo la via.
Che siano incustoditi.... è quasi accettabile. Ma che vi sia, accanto, una cassetta di legno nella quale mettere i soldi... e dalla quale prendere l'eventuale resto.... è qualcosa che supera ogni immaginazione.
Insomma.... non a caso questa è la nazione che ha dato i natali ad Andersen: sembra di vivere nelle favole!

mercoledì 18 novembre 2009

Il silenzio dei conducenti

Premessa: abito in uno degli "incroci nevralgici" di Roma da quando sono nata, ed il sottofondo di sirene, clackson e improperi è stato da sempre la colonna sonora della mia vita. Ovviamente, mi sono adeguata anche io: quando sono dietro ad un volante, sono davvero "chiassosa", sia verbalmente, sia con l'uso del cosiddetto "avvisatore acustico".
Qualunque scusa è buona per protestare: un'automobile che secondo noi va troppo piano..... una presunta precedenza non concessa (ma chi si prende poi la briga di andare a guardare i veri segnali???)..... un'antipatia.....
Qui in Danimarca, invece, il clackson potrebbe quasi non essere montato di serie sulle automobili, dato che nessuno lo usa.
Oggi, ad esempio, sotto una pioggia battente hanno deciso di chiudere una strada "per lavori", senza segnalarlo prima e senza dire per quanto tempo.
Da noi..... oltre ad una fioritura di fantasiosi insulti, ci sarebbe stato un concerto di trombette da auto.
Qui.... in ordinato silenzio, le auto si sono messe da un lato, oppure hanno fatto inversione, senza una protesta.
Allo stesso modo, qualche giorno fa stavano facendo dei lavori sul ponte, ed occupavano una delle due corsie di marcia, causando un senso unico alternato. Incredibile ma vero..... non c'è stato bisogno del semaforo: gli automobilisti si sono disciplinatamente regolamentati e nessuno ha protestato o ha creato ingorghi.
Per non parlare dei limiti di velocità..... rigorosamente rispettati.

martedì 17 novembre 2009

julegave - il mio regalo di Natale



Non ho saputo resistere. Mi sono fatta il regalo di Natale.

In quanto naturalista, e non solo, l'ho dovuta comprare: una casetta-nido con web-cam incorporata, che si può collegare al computer o anche alla televisione e permette di seguire non solo le immagini ma anche i suoni degli "occupanti" del nido. Il che vuol dire..... praticamente assistere a tutte le fasi della riproduzione, dalla creazione del nido, alla deposizione delle uova, alla schiusa.... al momento in cui i piccolini dovranno essere convinti a lasciare il calduccio per tentare i primi voli.

Perchè questa notizia? Cosa c'è di strano? Innanzitutto, il fatto che una cassetta del genere, qui, venga venduta in un supermercato (e, tra l'altro, ad un prezzo decisamente basso!). Nel reparto giardinaggio, siamo d'accordo, quindi si tratta di un supermarket molto grande e ben fornito, ma..... quanti ce ne sono, da noi? E in quanti, onestamente, avete visto anche solo una casetta nido "normale"? A me non è mai successo, e dire che sono piuttosto "colpibile" da questi oggetti.

In più..... ogni, proprio ogni, supermercato, qui, vende la semenza per gli uccelli (non la misera scatolina che si trova nel reparto animali..... qui parliamo di buste, palline, sacchetti...) e i "dispenser", anche semplici tondini di plastica da avvitare al posto del tappo su una bottiglia capovolta. E dire che, da quando sono qui, di uccelli ne ho notati molti di meno di quanti ne abbia visti a Roma. Ovviamente, non sto parlando di cornacchie, piccioni e storni: qui non ci sono, perchè non c'è spazzatura vagante per le strade. Di "domestici" ci sono solo i gabbiani (ma "doc", nel senso che qui di fronte c'è il mare) e dei buffi corvi che spazzano le aree verdi.

Insomma..... anche in questo caso..... c'è chi ci dimostra che essere quel minimo ecologisti non è impossibile. Anzi.

lunedì 16 novembre 2009

Le curiosità della lingua



Ognuno ha il suo metodo, per cercare di memorizzare qualcosa.
Io, ad esempio, cerco di associarlo ad altro, che so essere già fortemente presente nel mio "database".
Per cui, ora che sto cercando di studiare il danese, è tutto un associa-associa, secondo la regola del "questo me lo posso ricordare solo così".
In genere, quindi, non c'è una logica, ma solo quello che la fantasia mi ispira: solo in quel caso ha qualche possibilità di funzionare.
Una parola che difficilmente dimenticherò, però, è tøj, che vuol dire abbigliamento.
Impossibile non associarla all'inglese "toy", giocattolo... e rendersi conto che, in fondo in fondo, l'abbigliamento è il giocattolo di noi bambine cresciute!
(post scriptum: la foto non c'entra nulla.... ma mi piaceva troppo!!!)

domenica 15 novembre 2009

i mercatini di Natale





E' iniziata. Ufficialmente. E' cominciata la bagarre di Natale. Qui, almeno, non c'è il problema di vedere trasformata una festa religiosa in un delirio commerciale: qui c'è solo il secondo.


Per cui, via alle lucine, alle decorazioni, ai festoni..... e ai mercatini.


Ogni città ne ha almeno uno; chi può lo colloca nella zona più antica, nella vecchia piazza o in un mulino storico (si, perchè anche qui c'erano i mulini, anche se sono meno famosi di quelli olandesi), chi non può si accontenta di allestire il centro sportivo.

Decorazioni, bambolette col tipico cappello rosso da gnomo, faccette buffe e bruttarelle, come le streghe simpatiche e pasticcione di certe favole, cartoline fatte a mano, candele e palle di vetro dipinte in modo più o meno artistico, accanto agli immancabili piatti di Natale (quelli blu della Royal Copenhagen) e a qualche altro ninnolo. C'era di tutto.
Non a caso, il Natale è il momento "hygge" per eccellenza, ossia quello in cui si può stare in casa, con gli amici, a chiacchierare, alla luce delle candele e al caldo del camino (o di un bicchiere di quello buono, a seconda dei gusti e della struttura della casa), felici di assaporare il gusto delle piccole cose belle.
I danesi sono convinti che questo senso "hygge" (parola della quale non c'è una traduzione univoca, vuol dire un'assenza di perturbazioni dell'animo, una discesa nella serenità pacata) della vita non possa essere provato da noi mediterranei. Anzi, affermano con un po' di sdegno e di velato orrore: "provate a sentirvi hygge con un pavimento di marmo: è impossibile!"
Difficile spiegare loro che basta un bel tappeto.... :)

sabato 14 novembre 2009

danesi, popolo di camminatori


Provate a chiedere ai bambini di casa nostra di camminare. So per certo che quelli di Roma vi guarderanno con una faccia sorpresa, come se aveste chiesto loro di mettersi le mani al posto dei piedi, e scuoteranno la testa. Se poi, a forza di promesse o minacce, riuscirete a strappargli qualche passo, state certi che non si tratterà più di qualche centinaio di metri.

Vedete quel ponte nella foto? Quello è uno dei due ponti che uniscono la penisola dello Jutland all'isola di Fyn. Middelfarta è sulla Fyn, Fredericia (o anche Snoghøj, che è un po' più vicina al ponte) si trovano sullo Jutland. Quello è il vecchio ponte, dove ci sono la pista ciclabile, la strada per le automobili e la ferrovia (ma, attenzione!!!! All'ingresso c'è il divieto di andarci a cavallo!!!!); poco distante c'è il ponte nuovo (nell'altra foto, un particolare), più alto e moderno, solo per le macchine.


Anche a voi quel ponte sembra lunghissimo? E' lungo un chilometro esatto. In più, tenete presente che non parte dall'interno della città, ne' arriva all'interno dell'altra. Insomma, da insediamento ad insediamento potete tranquillamente calcolare tre chilometri buoni, perlomeno. "Sarà impossibile vederci pedoni", penserete. Neanche per idea: la pista ciclabile è frequentatissima, da persone di tutte le età, dai più piccoli (che camminano senza fare storie, anzi, è capitato che una intera classe di bambini percorresse il ponte!!!) ai meno giovani, che qui hanno un passo che farebbe invidia allo sherpa più allenato. Al massimo, si aiutano con i bastoni da nordic-walking.

Per cui, non provate a dire loro che "camminare almeno 45 minuti al giorno, a passo spedito, fa bene alla linea": rischiereste di sentirvi rispondere "e che sto male? perchè devo camminare così poco?"

VotAntonio



Il diciassette ci saranno le elezioni comunali, qui a Middelfart e anche nel comune di fronte, a Fredericia.

Di martedi, non durante il finesettimana. Perchè, probabilmente, non c'è bisogno di "invogliare i cittadini" a rimandare la gita al mare per andare a votare. E' un diritto, ma anche un dovere. E qui i doveri li sentono proprio tanto.


La via principale di Middelfart è costellata di manifesti: uno per lampione. Innanzitutto, colpisce la "sobrietà" di questa campagna elettorale - almeno, sobrietà visiva, perchè non sono ancora in grado di ascoltare una "tribuna elettorale", ammesso che ci sia, e di comprendere se si insultano di santa ragione. Così a occhio, comunque, direi di no. Sta male, non si fa.


Da noi, ogni schieramento si serve di slogan altisonanti, scritti sotto al viso del candidato oppure, addirittura, a pieno manifesto, specialmente quando si tratta di sottolineare presunti errori degli altri colori. Qui, c'è solo il viso, lo schieramento e.... udite, udite..... l'indirizzo di posta elettronica del candidato!!!!! Anche in questo caso, non posso garantire che risponda a qualunque mail riceva, non ho provato a scrivere, ma..... mi sembra alquanto probabile che una cortese risposta sarebbe arrivata anche a me.


Che dire, poi, delle schede elettorali? Al diavolo tutto il dibattito sul diritto al voto per gli immigrati, dopo quanti anni e dopo un numero imprecisato di salti mortali: se esisti per il comune, ossia se lavori qui ed hai il tuo "code number" (una tesserina universale che ti dà, tra l'altro, diritto alle cure mediche, anche se a pagamento, e all'ingresso in biblioteca), puoi votare. Anche se non la richiedi, ti viene recapitata a casa la scheda elettorale. Se non è civiltà questa...

Un'ultima cosa: qui a fianco potete vedere il massimo di confusione creata dai manifesti elettorali. Ben TRE manifesti, uno sull'altro, attaccati ordinatamente ad un palo. Proprio lì accanto c'è un muretto di cinta di un palazzo: è perfettamente pulito, non ha ricevuto le offese degli spray o della colla da carta. Da noi, invece, ad ogni elezione si vedono manifesti bollati come "pubblicità abusiva" attaccati un po' dovunque (ovviamente, i vari colori si sovrappongono, ognuno per cancellare l'altro, fino a creare uno strato di cartapesta talmente spesso che si potrebbe trasformare in una bella mensolina), per non parlare poi dei gentili richiami agli alberi genealogici dei candidati o alle professioni delle loro genitrici, scritti con sfoggio di fantasia da parte delle diverse fazioni.

venerdì 13 novembre 2009

danske middag

Accidenti, senza volerlo oggi ho fatto una cosa "molto danese"..... ad un orario niente affatto danese.
Come in tutti i paesi nordici, la colazione è davvero "impegnativa" e a base di cibi salati, e la cena è tra le cinque e le sei di sera, per cui va da se che il pranzo sia una cosetta leggera.
Leggera, ma per niente triste o "fast". Il pranzo tradizionale, qui, è rappresentato dallo Smørrebrød (letteralmente, "pane aperto").
Chi lo chiama semplicemente canapè gli fa davvero un torto.
Su una fetta di pane di segale imburrata (ricordatevi che il burro salato danese è famoso in tutto il mondo!), si collocano uova, pesce, carne, formaggi..... guarniti da verdure crude e cotte (le due più ricorrenti? Cipolla cruda tagliata a rondelle e cetrioli bolliti).
Lo smørrebrød non può essere mangiato in piedi, non è un panino: c'è bisogno di coltello e forchetta... e soprattutto di calma.
Oggi, a pranzo, ho mangiato uno "smørrebrød" casareccio fatto solo con le uova e l'insalata.... da vera danese, se non l'avessi mangiato alle tre e mezza!!!
E stasera proverò le krebinetter, polpette di maiale.....


Roses forever


Non ho ancora capito che tipo di rapporto abbiano i danesi con la natura. Certo è che, praticamente ogni finestra, "espone" una pianta, che sia questa un'orchidea (la specie che va per la maggiore) o un'altra. In questo periodo, per esempio, si vendono i giacinti e le piantine di erica.
C'è kvickly, il grande magazzino dove spesso vado a fare colazione e poi la spesa, che accoglie il visitatore con un "doppio assalto": tre o quattro grandi espositori metallici fuori ed un enorme "corner" all'interno del negozio, questo con le piante meno resistenti ed i fiori recisi.
Ci sono fiorai che espongono "carretti" di legno con tantissime piantine sopra e tutt'intorno (cosa impensabile, da noi.... lasciare la merce incustodita per tutto il giorno...), e non c'è mercato che non abbia una bancarella stracolma di questi bulbi.
Ovviamente, non sono riuscita a fuggire, da questo richiamo, ed ho esposto anche io, alla mia finestra, due giacinti ed una piccolissima rosa... la quale, non so come ci riesca, con quei fiori così piccoli, ma riempie di profumo tutta la stanza. Secondo me... è contenta, come me :)

mercoledì 11 novembre 2009

Per fare "San Martino"....


.... la ricetta è semplice.

Intanto, ieri avreste dovuto mangiare l'oca. Qui, molti l'hanno fatto. Già, perchè il 10 novembre, San Martino, è la "prova generale" del Natale, quindi si mangia molto.

Da oggi, poi, si dovrebbe "stare a stecchetto" fino al 25 dicembre. Si dovrebbe, e sarebbe contento il governo danese, che ha programmato di aumentare di 25 corone al chilo i cibi più grassi (burro, lardo....), per combattere l'obesità.

Perchè, però, proprio l'oca, e non un altro tipo di carne?

Narra la leggenda che il Papa volesse a tutti i costi nominare vescovo Martino (già famoso per la sua conversione e la sua bontà); Martino, però, non ne voleva sapere.

C'è chi dice che fosse per umiltà, perchè non si sentiva degno di occupare posizioni importanti; c'è chi invece ipotizza che Martino volesse semplicemente essere lasciato in pace ed evitare rogne.

In ogni modo, si nascose in un convento sperando di non essere trovato.

Purtroppo, però, le oche dell'aia starnazzarono a tal punto che l'imboscato fu subito scoperto. Per questo si mangia l'oca.... come una sorta di punizione per i poveri discendenti di quei chiassosi animali.

Certo che se oggi si dovessero punire tutti gli esseri viventi chiassosi, non finiremmo più.....

Cade la pioggia, ma che fa


Mi dispiace dirlo, ma "Chist' nunn'è 'o paese do'o sole". Che brutta cosa.

Decisamente, a Middelfart (ma, dando una veloce occhiata alle previsioni del tempo, che tanto sono facili da capire, basta guardare le figure, posso dire che la situazione è più o meno la stessa in tutto il paese) manca il sole.

Sono arrivata qui il 27 ottobre, ossia due settimane fa, e in quindici giorni ho visto un raggio di sole ed uno sprazzo di cielo azzurro solo due volte, due mattine....
Naturalmente, all'inizio cercavo rimedi, come aprire l'ombrello, correre tra la macchina e il negozio, camminare sotto i cornicioni... e certamente non dovevo avere una faccia molto felice. Probabilmente, l'espressione era simile a quella che ha chi deve camminare su una cosa sgradevole.... alternata a spine e carboni bollenti.
Ad un certo punto, ho iniziato a guardarmi in giro. Neanche un ombrello, o comunque molto, molto rari. Nessuno che affrettasse il passo per evitare di bagnarsi.
Tutti, qui, camminano sotto la pioggia come se non ci fosse. I più prudenti hanno il cappuccio impermeabile tirato su, i più spavaldi camminano a testa nuda. Sereni come se ci fosse il sole.
La cosa ancora più strabiliante, per noi? Vedere, in giro per le strade, i gruppi-classe portati dalle insegnanti da qualche parte.... con la massima tranquillità, malgrado la pioggia. E anche i bambini non sono infagottati e strangolati da sciarpe, cappelli, ombrellini: hanno normalissimi giubbotti, certamente impermeabili, di quelli che le mamme italiane mettono ai loro frugoletti nel corso di quella che, secondo i calendari, è la mezza stagione.
Ma ve la immaginate, una cosa del genere in Italia? Con le mamme iperprotettive, che si preoccupano se al loro bimbo cade una goccia d'acqua in testa? Con le maestre stra-preoccupate delle reazioni isteriche dei genitori, che se vedono due nuvole in cielo annullano le uscite, anche quelle programmate da mesi?

lunedì 9 novembre 2009

si, viaggiare....


Alla fine ce l'ho fatta: sono partita.
Finora avevo fatto dei piccoli voli di ricognizione, mi ero allontanata poco dal nido, perchè c'era sempre un "forse" da seguire, un progetto che poteva andare in porto, una speranza che si sarebbe potuta concretizzare, un "e se.." da aspettare che evolvesse.
Ora, niente progetti, niente speranze: ciò che ho lasciato a casa è una situazione stagnante, priva di appigli e di punti fermi... e l'unica cosa veramente buona che potessi fare era mollare lo scoglio al quale restavo attaccata, e abbandonarmi alla corrente.
La corrente mi ha portata qui, in Danimarca, a Middelfart.... un luogo "nel mezzo", appunto.
Nel mezzo della mia vita, nel mezzo del mio cammino, nel mezzo di una giostra spenta in cui mi trovavo.
La Danimarca è bellissima, ma..... vista con gli occhi di una romana può essere anche insolita e un po' bizzarra.
Specialmente se questa anomala romana sta cercando di imparare il danese ma ancora non lo parla.