
Perfino il re, quando doveva spostarsi verso lo Jutland, si fermava qui, e passeggiava lungo la "via occidentale", come si chiama la via principale, quella sulla quale sorgevano - e sorgono ancora - le dimore più grandi, dei ricchi mercanti.

Era facile costruire un villaggio: legno per le mura e paglia per i tetti, e le case venivano su.
Assens, città dell'isola di Fiona, per un capriccio del destino benigno, è sempre stata risparmiata. E dire che di fronte al porto c'era anche il forno pubblico, quello del quale si dovevano servire i marinai all'ancora nel porto (ovviamente era vietatissimo accendere fuochi a bordo, anche per cuocere!)


Naturalmente, ora le scuderie sono state trasformate in negozi, le osterie in piccoli, deliziosi localini, le enormi dimore in piccoli appartamenti privati ed i granai si riconoscono solo dalle tracce esterne, dalle carrucole e dagli accorgimenti per tenere le corde distanti dalle finestre ma, allo stesso tempo, pronte a depositare quanto trasportavano.
La vita è comunque andata avanti, in questa che a me sembra una cittadina ma che, paragonata agli altri insediamenti nazionali, è una vera città, con quasi undicimila abitanti, e accanto alle abitazioni di quattrocento anni fa sono sorte nuove forme d'arte, come questa fontana con il bambino ed il geco, e questa creazione che ricorda tanto la situazione economica italiana.... sarà per questo che in Danimarca, pur accettando l'appartenenza alla Comunità Europea, non ci pensano neanche a passare all'euro come moneta nazionale, ma restano saldamente attaccati alle proprie "corone"?

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