mercoledì 21 luglio 2010

mangiare, che problema!

Mangiare o non mangiare? Pilluccare più o meno svogliatamente, o ingozzarsi dando sfogo a tutta la propria ingordigia?
Tutto dipende, secondo me, dalla cultura, propria e del luogo nel quale si è nati e cresciuti.

Scriveva Camilleri di un brano, da lui letto, nel quale si descriveva una strana civiltà che considerava normale (e pubblico) il fare l'amore, mentre provava un pudore indicibile per il mangiare, azione da fare gelosamente nascosti e nell'intimità della propria casa.

Senza arrivare a questi estremi, per capire quanto il mangiare sia un'azione importante basti pensare al modo di dire "ma abbiamo mai mangiato insieme?", per indicare una non conoscenza e una non intimità con un'altra persona.

Qui in Danimarca, invece, il mangiare sembra essere un'azione normalissima, pubblica. Negli uffici si mangia anche col pubblico presente, nei negozi non è difficile vedere i commessi (specialmente quelli di una certa età) seduti tutti insieme attorno ad un tavolino a mangiucchiare (salvo, poi, alzarsi per servire i clienti, ovvio!)...

Nessun pudore, dunque.

Imparare a mangiare, però, è un passaggio importante della propria vita. Così importante che quando si lascia il ciucciotto... lo si regala a questo albero, in un parco di Fredericia!

Così importante... che se non lo si fa si rischiano effetti collaterali, come questa coccinella ingorda e imbranata.


Nessun commento:

Posta un commento